Decidi a cosa servono i tuoi soldi!

Terza edizione della Settimana SRI (con Pop Economix Live Show)
03 Novembre 2014 - 12:15

Si chiama Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile (o, se preferite, SRI Week) e ve ne avevamo parlato anche noi lo scorso anno. Per questa terza edizione, abbiamo fatto di più, grazie all’invito del Forum della Finanza Sostenibile e al sostegno della Fondazione Cariplo: saremo a Milano anche noi.

Pop Economix Live Show va in scena il 7 novembre, alle 21, al Nuovo Auditorium San Fedele nel cuore di Milano. Un evento gratuito (se volete partecipare basta registrarsi) che si integra, secondo il nostro stile, con gli altri appuntamenti di nove giorni intensi e ricchi opportunità per tutti: per i professionisti del settore, dunque, ma anche per chiunque voglia conoscere un po’ più da vicino un fenomeno che appare in grande crescita e lascia molto ben sperare.

Ma cosa è la finanza sostenibile e responsabile? Ne abbiamo parlato con Francesca Ussani, responsabile della comunicazione del Forum Finanza Sostenibile.

«Di fatto, non esiste ancora una definizione ufficiale o univoca di finanza sostenibile – spiega Francesca Ussani – Di recente, anzi, il Forum ha proprio promosso la nascita di un gruppo di lavoro con l’obiettivo di arrivare a una formulazione condivisa, almeno tra i propri soci e i principali stakholder italiani. Possiamo dire che un elemento fondamentale è quello relativo al tempo: gli investimenti sostenibili sono quelli che si muovono sul medio-lungo periodo, uscendo dalla logica dello short-termism che sembra prevalere sui mercati. Ma c’è di più, perché negli investimenti sostenibili e responsabili l’analisi finanziaria viene integrata da analisi sugli effetti ambientali, sociali e sulla governance societaria (ESG). L’obiettivo primo è dunque creare valore sia per l’investitore che per la società nel suo complesso».

Quali sono le strategie per fare emergere questo tipo di investimenti?

«Innanzitutto c’è l’esclusione di imprese che operano in ambiti controversi, come quello delle armi, per fare un esempio. Ma ci sono anche strategie positive. Nel complesso sono sette, individuate dal Forum e da Eurosif, l’associazione che riunisce i forum europei per la finanza sostenibile: esclusione, selezione sulla base di convenzioni internazionali, selezione best-in-class, investimenti tematici, engagement, impact investing, oltre all'integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance nell’analisi finanziaria. Di fatto l’investimento sostenibile è molto variegato e bisogna tenerne conto, anche perché la platea degli investitori responsabili è sempre più ampia e diversificata: c’è chi è mosso da una sensibilità etica o religiosa, ma pure chi, in modo assolutamente laico, decide di puntare su alcuni fattori perché li considera importanti per il futuro di tutti».

Ma quanto pesa la finanza sostenibile?

«Il rapporto GSIA (Global Sustainable Investment Alliance) del 2012, i cui dati sono aggiornati al 31 dicembre 2011, indica che, in in tutto il mondo, almeno 13.600 miliardi di dollari di asset sono gestiti integrando nella strategia di investimento considerazioni di natura ambientale, sociale e di governo societario. Quindi già a fine 2011 l'investimento sostenibile rappresentava – a livello globale - il 21,8% dell'ammontare complessivo degli asset gestiti dagli operatori finanziari. Da allora il settore è cresciuto notevolmente... Quanto ai mercati, quello europeo è, per dimensione, il più grande e rappresenta il 65% degli asset gestiti secondo criteri SRI in tutto il mondo».

Quali sono i contenuti più significativi di questa terza edizione della Settimana SRI?

«Per il Forum, la Settimana è il culmine di tutta l’attività dell’anno, il contenitore in cui presentiamo risultati e obiettivi della nostra azione, frutto di un lungo lavoro del Forum e dei suoi soci, che sono tanti e con sensibilità e mission diverse, anche se condividono l’obiettivo comune. Per questa edizione ci sono contenuti che fotografano la ricchezza di queste sensibilità: quindi, per fare solo qualche esempio, i Climate Leadership Awards promossi dal Carbon Disclosure Project, un evento sulla Natural Capital Declaration, la seconda staffetta SRI delle Università italiane sui temi dell’investimento sostenibile e responsabile, durante la quale docenti di diversi atenei presentano in modo comprensibile i loro studi sul tema, passandosi il testimone digitale. Un evento a cui si può assistere in streaming grazie a Cineca. In generale possiamo dire che per questa terza edizione l’obiettivo è allargare il campo dei possibili interessati, passando da eventi rivolti soprattutto ai professionisti (tecnici, SGR, investitori istituzionali…) a eventi per tutti. Tra questi, anche Pop Economix Live Show…

C’è anche un altro aspetto importante: quest’anno la Settimana SRI è supportata anche da Borsa Italiana che ospiterà presso la sala delle grida di Palazzo Mezzanotte l’evento conclusivo. È il segno, forse, che questa non è più una nicchia…».

Durante la Settimana SRI presenterete i risultati dell’indagine Eurosif 2014: quali sono i trend?

«La crescita degli investimenti sostenibili e responsabili continua ed è forte. Tutte le strategie SRI tra 2011 e 2013 crescono di più rispetto al mercato europeo degli investimenti: si va dal +22,6% degli investimenti tematici (cleantech, energie rinnovabili,...) al +132% dell’impact investing, in rapporto a una crescita del +21,7% del mercato europeo degli investimenti. Inoltre le esclusioni di aziende sulla base di criteri di sostenibilità hanno raggiunto il 41% delle masse gestite complessive, pari a circa 6.900 miliardi di euro, mentre gli investimenti ad alto impatto sociale, come microcredito o social housing, pur essendo di gran lunga i meno rilevanti in termini di asset, hanno registrato il tasso di crescita più alto negli ultimi due anni: +132%, raggiungendo i 20 miliardi di euro. Quanto all’Italia possiamo dire che cresce l’engagement e il mercato è influenzato da pochi investitori istituzionali, in particolare i fondi pensione. E questo lascia ben sperare perché i fondi pensione sono proprio quei soggetti che hanno guidato lo sviluppo dei mercati SRI più sviluppati, come Francia e Regno Unito».

Insomma bene! E certo questo colpisce in una situazione in cui, da un lato la crisi si prolunga sempre di più, dall'altro i mercati continuano a essere in ottima forma, nonostante qualche avvisaglia di cedimento con i cali europei di ottobre. Quali sono, in questa situazione, gli spazi per la finanza sostenibile?

«La finanza sostenibile rappresenta una soluzione per riportare la finanza alla situazione reale dell’economia! Perché si passa dal mondo delle idee, di cui si nutre la visione a breve termine, al mondo degli scambi, della produzione e dei suoi effetti.

Il nodo cruciale è la responsabilità. Ognuno di noi lascia un’impronta su questo mondo: possiamo ridurla, renderla positiva. Soprattutto ciascuno di noi può, anzi deve, poter decidere a cosa servono i suoi soldi. Questo mi pare l’argomento più importante. E questo ricordando che tutti gli studi dimostrano che tenere conto della sostenibilità non influisce negativamente sulla performance di un investimento. Anzi, in molti casi, la migliora».

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