Petrolio e sterlina in down

POPWEEK, l'economia di una settimana
15 Ottobre 2016 - 08:55

Lo stato dell'economia

È stata una settimana difficile per la sterlina: dopo il crollo del 10% toccato venerdì scorso, lunedì la moneta britannica è scesa per la prima volta al suo minimo storico arrivando a valere meno di un euro. Come scrive Francesco Guerrera sulla Stampa, è vero che la moneta debole aiuta le esportazioni – così come favorisce l'arrivo di turisti e gli esborsi degli amanti dello shopping – ma occhio: la Gran Bretagna è un'isola – cosa di cui i suoi abitanti si sono sempre vantati guardando dall'alto noi europei continentali – e importa molto più di quello che esporta. Situazione che, con una moneta debole, fa crescere i prezzi delle importazioni, salire l’inflazione e ridurre il potere di acquisto dei consumatori .

 

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In queste ore  il Consiglio dei Ministri vara la legge di Bilancio 2017: si parla di una manovra del valore complessivo 24,5 miliardi e, come riassume l'Ansa, gli interventi previsti riguardano la promozione di investimenti privati e pubblici – in primo luogo la conferma dell'ecobonus, ma anche l'introduzione di uno strumento equivalente per interventi di prevenzione contro il terremoto -, il pacchetto pensioni che consentirà di anticipare fino a 3 anni e 7 mesi il momento di lasciare il lavoro e, infine, il congelamento dell'aumento delle aliquote Iva. Per fare i conti per bene, in ogni caso, bisogna aspettare di conoscere il testo della manovra, non solo gli annunci.

Obiettivo: una crescita del Pil pari all'1%. Sul dato, Bankitalia e Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) avevano avuto da ridire: martedì il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha ribadito che l'accusa di “aver truccato i conti è una balla”, anche se il rischio è che lunedì il documento di bilancio arrivi alla Commissione europea senza il visto dell'Upb. Sarebbe la prima volta.

 

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Questa settimana si è parlato parecchio anche di petrolio. Lunedì, infatti, durante il World Energy Congress a Istambul, il presidente russo Vladmir Putin ha dichiarato che anche il suo Paese è pronto ad allinearsi all'accordo proposto dall'Opec per tagliare la produzione di greggio e spingere in questo modo i prezzi di nuovo verso l'alto. Per la definizione dell'accordo nei dettagli bisognerà aspettare novembre, ma intanto i mercati hanno reagito bene e la quotazione del petrolio è salita al massimo da un anno, toccando i 54 dollari al barile.

 

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Venerdì, a Boston, la presidente della Fed Janet Yellen ha detto, durante una conferenza con legislatori e accademici, che la banca centrale dovrà perseguire una "high-pressure economy" per incentivare consumi e assunzioni e rilanciare la fiducia e quindi gli investimenti, anche a prezzo di far crescere l'inflazione. Nessun accenno a manovre sui tassi, ma l'indicazione è chiara: la preoccupazione per un rallentamento dell'economia è alta e la Fed non arreterà su posizioni di puro controllo della massa monetaria circolante, continuando il suo ruolo di grande protagonista della politica economica a stelle e strisce.

 

 

Oltre lo specchio

Merita di essere letto questo articolo del New York Times che racconta come - in un Paese come l'Arabia Saudita, dove anche il latte dipende dal petrolio – il calo cronico del prezzo del greggio ha comportato conseguenze rilevanti sia sulla revisione del bilancio pubblico sia sulla necessità di diversificare le attività economiche.

 

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Avete mai pensato a come la struttura e l'organizzazione delle città influisce sulla vita di uomini e donne? Secondo quanto riporta un articolo del Guardian, città mal progettate in rapporto alle esigenze di uno specifico segmento di popolazione, come per esempio le donne, possono influenzare negativamente la sicurezza, la possibilità di muoversi in modo efficiente e anche, conseguentemente, il reddito.

 

 

Bonus track

§ In gergo pubblicitario è stato battezzato femvertising, in altre parole è pubblicità tagliata su misura per un pubblico attento all'identità femminile. Un trend, in realtà non nuovissimo: lo spot della Dove per la “bellezza naturale” risale al 2004, ben prima dei recenti exploit di marchi come la casa di moda Kenzo o la grande catena di abbigliamento a prezzi contenuti H&M, ma che sta producendo contenuti e visioni interessanti nell'ambito del marketing.

 

 

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